Il Maresciallo Rocca e l'amico d'infanzia

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In onda il 3 e 4 marzo 2008 su Raiuno, l'ultimo appuntamento con il Maresciallo è una miniserie in due puntate fedelmente tratta dal romanzo omonimo di Laura Toscano, uscito nel 1997 per I miti Mondadori, in cui si esplorano le emozioni di Rocca a partire dai ricordi più antichi. Il Maresciallo, mentre cerca di elaborare un lutto personale, deve cercare di scoprire i colpevoli di due sanguinose rapine, dell'omicidio di un ragazzo e una libraia apparentemente scollegati, e di capire cosa vogliano da lui Benedetto ed Elisa, amici amatissimi dell'adolescenza che nascondono segreti terribili. Rocca scopre con difficoltà, perchè lo nega anche a sè stesso contro tutte le regole dell'investigazione, che tutti i delitti sono collegati tra di loro e che il motore dell'azione è Benedetto, che si suiciderà non prima di aver ammazzato anche Elisa. 

Non nasce sotto i migliori auspici: Laura Toscano entra in polemica con la produzione già durante le riprese, non gradendo completamente la scelta del cast artistico, e non si reca alla conferenza stampa di presentazione. In tutte le interviste assicura che il percorso di Rocca è concluso, in quanto sarebbe "troppo fantasioso" inventare per lui altre storie e preferisce cercare con Proietti altre strade.  Gigi invece è reduce dalla batosta del Brancaccio, toltogli improvvisamente nel luglio 2007. Forse nella malinconia di questo maresciallo riecheggia un pò di quella del suo interprete.

La promozione da parte della RAI è inesistente: la conferenza stampa di presentazione viene effettuata ben due settimane prima della messa in onda, la collocazione in palinsesto è quanto meno infelice, subito dopo un festival di Sanremo che risulterà essere quello con meno ascolti da quando esiste l'Auditel, il che significa che stampa e trasmissioni promozionali come La vita in diretta sono troppo impegnate a seguire la caduta del festivalone per dedicare sia pure qualche minuto alla nuova miniserie. I giornali si limitano a servizi di ordinanza e solo Dipiù TV gli dedica la copertina. Eppure guest star è un altro mostro sacro dello spettacolo italiano, Giancarlo Giannini, che qui interpreta appunto l'amico d'infanzia del maresciallo. Gigi e il resto del cast artistico e tecnico ci restano male, ma non provano neanche a far montare il caso.

E' mia opinione del tutto personale che la RAI consideri il Maresciallo semplicemente un marchio buono per tutte le stagioni e contro tutti i nemici: non a caso lo schiera senza un minimo di tutela, che forse spetterebbe a priori all'iniziatore di un genere, contro il Grande Fratello e il Dr. House, salvo poi svicolare da quest'ultima sfida con un cambio di palinsesto all'ultimo momento. Canale 5 non è da meno: anche la concorrenza modifica in corso d'opera il proprio palinsesto settimanale sacrificando nella stessa settimana ben quattro episodi della serie americana, che, vittima del lungo sciopero degli sceneggiatori colà portato avanti per mesi, consta di meno episodi rispetto alle precedenti, pur di contrapporla al Maresciallo. A ogni buon conto, Rocca vince la prima serata di programmazione con 6.754.000 spettatori contro i cinque milioni e rotti della concorrenza, e addirittura stravince la seconda serata con 7.089.000 spettatori contro i, nuovamente, cinque milioni e rotti della concorrenza. Numeri questi che, per quanto apparentemente risicati rispetto agli anni passati, sono perfettamente in linea con la definizione di grande successo televisivo nel 2008.

Il Rocca di questa miniserie è un uomo più triste e stanco rispetto alle serie precedenti, costretto dalle circostanze a fare un faticoso bilancio della sua esistenza, messo davanti al crollo dei miti della sua giovinezza. Gli è più difficile ricorrere all'ironia e all'autoironia davanti ai delitti di cui è testimone, soffre sinceramente del dolore che osserva, è forse un pò più solo, come si può esserlo in piena estate quando sembra che tutto il mondo sia in vacanza, è spaventato da quello che sono diventati i suoi mitici amici in cui si specchia e si esamina, e per la prima volta si rifiuta di riconoscere nei collegamenti che Cacciapuoti gli propone il coinvolgimento di persone amate. Gigi, nell'esplorare e restituire una per una le emozioni che la sceneggiatura gli suggerisce è semplicemente IMMENSO, riempiendo ogni sguardo di tante intenzioni che è difficile star loro dietro, e aggiunge al grande affresco che ha dedicato a questo personaggio una terza dimensione di ombre e malinconia cui in precedenza aveva appena accennato. Talvolta addirittura l'intensità della sua recitazione sorpassa in volata la scrittura del romanzo, dal quale traspare un Rocca ben più superficiale nella gestione delle proprie emozioni rispetto a quello ritratto da Proietti in quello che per quanto mi riguarda è senza ombra di dubbio il MIGLIOR PEZZO DI RECITAZIONE DI TUTTA LA SUA CARRIERA TELEVISIVA, giocato tutto in sottrazione, finchè non restano che occhi, postura, voce, respiro.

Giancarlo Giannini offre un saggio strepitoso delle capacità di un attore che, anche con una sceneggiatura che glielo consentirebbe, rifugge dalla più bieca gigioneria tuttavia corteggiandola senza farsene irretire: i dieci minuti di duetto finale con Gigi sono espressione di una purezza e di un equilibrio che lascia senza parole. Benedetto gesticola e sproloquia in preda al proprio delirio senza mai diventare eccessivo ("Perchè c'era un patto, cazzo!!!" è così splendidamente scandito che andrebbe riproposto all'infinito), e Giovanni incassa, immobile, calmo, freddo, consapevole dei tanti tradimenti subiti, permettendosi un unico ruggito di rabbia e delusione che da solo vale varie generazioni di sgallettati televisivi.

Un pò deludente la partecipazione straordinaria di Mario Scaccia, che sembra recitare in souplesse quei dieci minuti che valgono la giornata. Ma una giornata storta capita anche ai migliori.

Caterina Vertova recita come di consueto con scatti nervosi che trovo personalmente fastidiosissimi, e il resto del cast regolare rimane leggermente in ombra, perchè mai come questa volta è Rocca il protagonista assoluto. Ma Sergio Fiorentini dona al suo Cacciapuoti un calore, un affetto, una comprensione che, pur nella finzione, lo rendono VERO.

Al momento in cui scrivo non si sa quale sarà il destino del Maresciallo: Gigi sarebbe anche disponibile a girare una nuova miniserie con il formato di questa, ma non esistono accordi nè tantomeno concordia tra i creatori di questa meraviglia. Potrebbe anche essere l'ultima avventura di Rocca. In ogni caso, GRAZIE.

GALLERIA FOTOGRAFICA

Giancarlo Giannini

Caterina Vertova

Mario Scaccia

Il Maresciallo Rocca e gli amici d'infanzia

Con Elisa

Con Benedetto

Con l'avvocato Ardenzi

E finalmente con Francesca